A Rocca San Casciano, capoluogo della Romagna-Toscana, si svolge la tradizionale Festa del Falò, manifestazione famosa in tutta Italia che getta le sue radici nella notte dei tempi.
Con l’accensione di giganteschi falò in competizione fra i due Rioni, circondati da un suggestivo spettacolo pirotecnico ovvero “I Botti”, ci si ritrova immersi in un’atmosfera davvero magica.
La competizione continua con le sfilate di carri allegorici e si conclude con i balli in piazza fino a notte fonda.
Lungo le sponde del fiume Montone in mezzo alle tifoserie agguerrite dei due rioni il Borgo e il Mercato, bruceranno i maestosi pagliai di ginestre o meglio di “spini” come vengono chiamati ancora oggi in quanto fino a qualche decennio fa venivano utilizzati rovi e sterpaglie..
Già dal tardo pomeriggio cominciano a radunarsi gli incaricati all’accensione dei due Rioni che studiano le ultime strategie per ottenere la migliore accensione, infatti è vietato utilizzare qualsiasi prodotto chimico o naturale che possa accelerare l’accensione, un’equipe di tecnici con sofisticati strumenti analizza i due pagliai per verificarne l’idoneità, sono sempre momenti di alta tensione fra i due rioni, tensione che salirà sempre di più fino all’accensione.
Dopo avere messo a punto gli ultimi particolari organizzativi, si passa alla preparazione finale delle torce che saranno distribuite agli “accenditori” ed ogni rione segue le proprie strategie.
Lo spettacolo entra nel vivo con il suono delle campane a festa che accompagna l’arrivo nell’argine del fiume dei due giovani tedofori con portano le fiaccole benedette dal sacerdote in chiesa, la tradizione vuole infatti che i falò siano dedicati a San Giuseppe affinché favorisca una buona annata per il raccolto o per sciogliere dei “voti” e chiedere “grazie”. Fino all’abolizione della festivià di San Giuseppe la festa si svolgeva il 18 marzo la sera prima della festa del Santo.
Con le fiaccole si accendono le gigantesche torce costruite artigianalmente con la massima cura, che servono per l’accensione, ed ecco il momento più suggestivo della serata: una ventina di ragazzi per rione (dall’anno scorso il rione Borgo ha aperto alle “quote rosa” inserendo delle ragazze nel gruppo degli “accenditori”) si posizionano intorno ai giganteschi pagliai che, come detto, sono ricoperti solo di paglia in quanto è vietato l’uso di qualsiasi additivo che possa favorire lo sviluppo delle fiamme, al segnale prestabilito, lo scoppio di un grosso petardo, appoggiano le fiamme delle torce ai pagliai:
è l’accensione!
in un’attimo ci si gioca mesi di lavoro, di studi e tattiche, la “chiusura”, la rapidità e l’altezza delle fiamme sono i fattori che determinano la migliore accensione di cui, come nelle migliori competizioni, si discuterà per mesi, infatti nessuna giuria assegnerà un premio al vincitore: i rocchigiani sapranno quale è bruciato meglio e ha originato fiamme più vive.
Dopo la magia del fuoco è la volta dei “botti” una gara fra i due rioni che propongono i loro spettacoli pirotecnici che non sono i soliti fuochi d’artificio ma vere “scariche” esplosive che hanno sostituito gli antichi “mortaletti”.
Più tardi la festa si sposta in piazza dove sfilano bellissimi carri allegorici con centinaia di figuranti in costume, ogni rione presenta il proprio spettacolo a tema con un’esplosione di musica e allegria che coinvolge anche gli spettatori cosicché la piazza si trasforma in una gigantesca discoteca, con balli che si concluderanno a notte fonda.